Si definisce Bioarchitettura l’insieme delle discipline che attuano e presuppongono un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema ambientale (progettazione, realizzazione, materiali da costruzioni), in una visione caratterizzata dalla più ampia interdisciplinarietà e da un utilizzo razionale e ottimale delle risorse. Costruire con i criteri della Bioarchitettura significa realizzare/ristrutturare abitazioni che utilizzano materiali naturali, che non creano disagi né danni a chi le vive, che non danneggiano chi le produce, chi le assembla e le mette in opera. Significa anche utilizzare il più possibile materiali locali; ha senso realizzare/ristrutturare le nostre abitazioni con materiali che provengono “da lontano”, con tutti gli aspetti negativi che questo comporta (produzione di CO2, consumo fonti non rinnovabili, incremento del traffico veicolare ecc.) ? Lo scopo è anche l’eliminazione, o comunque la riduzione il più possibile, delle fonti d’inquinamento interno, che possono modificare la qualità dell’aria che si respira. Un altro dei concetti fondamentali della Bioarchitettura è l’estrema importanza della contestualizzazione del progetto; cioè progettare sulla base delle caratteristiche morfologiche, climatiche e storiche del sito. Una casa progettata con i criteri della bioarchitettura consumerà poco perché costruita con i criteri della bioclimatica (come facevano i nostri nonni), prevederà un ridotto consumo di suolo e possiederà tutti quegli accorgimenti che miglioreranno la qualità di vita dei loro occupanti. Pensiamo che l’applicazione a larga scala di questa filosofia progettuale avrà come indubbio risultato un miglioramento generale del costruito, sia a livello della sua qualità che della percezione visiva (quindi della bellezza), contribuendo ad incrementare ulteriormente l’eccellenza ambientale che contraddistingue il territorio.
Arch. Cristiana Rossetti
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