La documentazione tecnica ed amministrativa per la realizzazione di un pozzo dipende in primo luogo dal tipo di utilizzo che dovremmo fare del pozzo (domestico, agricolo, civile, idropotabile). In secondo luogo dipende dalle normative regionali e comunali del luogo di riferimento.
La realizzazione di un pozzo ad uso domestico (il classico pozzo utilizzato per annaffiare l’orto e il giardino) richiede potenzialmente l’interessamento di tre Enti; il Comune, la Regione e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Vediamo l’esempio della Toscana;
COMUNE: se il pozzo è realizzato senza che si elevi dal piano campagna, senza cioè opere fuori terra, la normativa regionale non richiede nessun permesso di tipo edilizio, quindi l’opera è realizzabile senza autorizzazione. Se però l'area di intervento si trova in Vincolo Idrogeologico, deve essere presentata al Comune la pratica per ottenere lo svincolo.
REGIONE: ad opera eseguita il Proprietario deve inviare un modulo con riportate le caratteristiche del pozzo.
ISPRA: nel caso in cui il pozzo superi 30 m di profondità, prima della realizzazione deve essere inviato un modulo, così come dopo la fine dei lavori deve essere inviato un altro modulo con indicate tutte le caratteristiche del pozzo.
Se il pozzo eseguito è adibito ad altri usi (agricolo, civile, idropotabile ecc.) è necessario richiedere alla Regione una concessione. In questo caso, prima di eseguire il pozzo si deve ottenere l’autorizzazione alla ricerca d’acqua. Successivamente alla realizzazione verrà rilasciata la concessione che ne permette l’utilizzo.
Nella Provincia di Verona, invece, se vogliamo perforare un pozzo ad uso domestico, dobbiamo compilare un apposito modulo ed inviarlo alla Unità Organizzativa del Genio Civile di Verona. Per poter procedere nella realizzazione del nostro pozzo dovremo aspettare l’autorizzazione da parte dei suddetti Uffici. Da precisare che, se la perforazione del pozzo supererà i 30 metri, sarà necessario allegare il progetto del pozzo e il nominativo del Direttore dei Lavori. In quest’ultimo caso, si dovrà procedere anche alla comunicazione all’ISPRA.
Nel caso in cui il pozzo non sia ad uso domestico, è necessario ottenere il permesso alla ricerca e successivamente procedere all’ottenimento della concessione per la derivazione di acque sotterranee.
Se l’area di intervento si trova in Vincolo Idrogeologico, deve essere presentata al Comune la pratica per ottenere lo svincolo, per qualsiasi tipologia di utilizzo del pozzo.
La certezza di trovare acqua a seguito della perforazione di un pozzo, può esserci soltanto in alcuni particolari casi: ad esempio quando in una determinata area è presente una falda freatica superficiale diffusa. In tal caso, basandosi anche sui livelli freatici dei pozzi presenti, possiamo con ragionevole certezza prevedere di intercettare tale falda con il nostro pozzo.
Quando invece andiamo a perforare il pozzo in roccia, tale certezza viene a mancare; nella roccia l’acqua circola in corrispondenza delle fratture e quindi, con il nostro pozzo dovremmo andare ad intercettare tali fratture. Altro fattore che determina la presenza di acqua nella roccia è la composizione della roccia stessa e quindi, la sua permeabilità. Ci sono rocce molto permeabili, dette anche “rocce serbatoio”, ed altre impermeabili, dove difficilmente potremmo trovare acqua, a meno che non siano particolarmente fratturate.
Attraverso l’utilizzo di specifiche indagini, come ad esempio quella geoelettrica, è possibile valutare con buona approssimazione se nel sottosuolo è presente dell’acqua captabile con la realizzazione di un pozzo.
Geol. Alessandro Damiani- Arch. Cristiana Rossetti
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